Fagioli rivela: Vlahovic ha coperto i miei debiti di 100mila euro

Recenti dichiarazioni di Nicolò Fagioli, ex centrocampista della Juventus, emergono nel contesto delle indagini condotte dai pubblici ministeri di Milano riguardo a un caso di scommesse e il coinvolgimento di alcuni calciatori. Le testimonianze fornite offrono dettagli significativi sul ruolo di alcuni giocatori e sulle dinamiche interne alla squadra in relazione a questioni legate ai debiti e alle relazioni tra i membri del club.
le dichiarazioni di fagioli sui fatti investigati
il racconto dell’ex centrocampista
Nell’ambito delle deposizioni rese presso i pm milanesi, Nicolò Fagioli ha riferito che l’attaccante della Juventus, Dusan Vlahovic, gli avrebbe versato una somma di 100mila euro per aiutarlo a coprire alcuni debiti personali. Queste affermazioni sono contenute nel verbale ufficiale e sono state riportate da fonti specializzate come Calcio e Finanza.
dettagli sulle operazioni finanziarie
Secondo quanto dichiarato, Fagioli avrebbe chiesto aiuto ad altri calciatori come Gatti e Dragusin, chiedendo loro di effettuare bonifici a favore di Elysium, con la promessa che avrebbero tratto beneficio dalla transazione. La strategia prevedeva che lui stesso avrebbe successivamente restituito le somme prestategli dopo alcuni mesi. È importante sottolineare che il centrocampista ha precisato di non aver mai adescato altri giocatori direttamente, ma che alcune richieste provenivano da altri colleghi.
contesto e implicazioni delle dichiarazioni
Le parole di Fagioli chiariscono aspetti relativi alle dinamiche interne alla squadra durante il periodo oggetto d’indagine. La sua testimonianza suggerisce una rete complessa in cui si intrecciavano rapporti personali e operazioni finanziarie sospette, senza però coinvolgere direttamente attività illegali come l’adescamento o l’organizzazione sistematica di partite truccate.
personaggi principali coinvolti nelle indagini
- Nicolò Fagioli
- Dusan Vlahovic
- Membri del cast coinvolti: Gatti, Dragusin
- I pubblici ministeri milanesi impegnati nell’indagine