Paratici e la storica stagione della juve: reazioni e commenti

Fabio Paratici: analisi del ritorno al Tottenham e del legame con il passato alla Juventus
Il co-direttore sportivo del Tottenham, Fabio Paratici, rivolge l’attenzione a numerosi aspetti legati alla propria esperienza professionale, esprimendo valutazioni su anni trascorsi alla Juventus e sul ruolo attuale nel club inglese. La sua testimonianza fornisce uno sguardo dettagliato sul metodo di lavoro, i rapporti con gli allenatori e le sfide affrontate nel corso della carriera, offrendo un quadro completo delle dinamiche del calcio di alto livello.
il ritorno di Paratici al Tottenham dopo la squalifica
il riavvicinamento e il supporto ricevuto
Paratici ha spiegato di aver trovato nel Tottenham un ambiente che gli ha fatto sentire di nuovo “a casa”. Arrivato nel giugno 2021, ha affrontato una stagione difficile a causa di una squalifica che ha compromesso momentaneamente la sua attività. Durante questa fase complessa, il club ha manifestato un forte sostegno, dimostrando fiducia nelle competenze dell’ex dirigente.
Il manager ha sottolineato di aver mantenuto un ruolo di consulente come gesto di rispetto verso il club, fino al ripristino completo delle sue funzioni, decorrente dalla fine del periodo di sospensione.
ricordi e valutazioni dei nove anni alla juventus
il valore del giudizio dei proprietari
Paratici ha evidenziato come il giudizio dei proprietari rappresenti l’unico in grado di determinare realmente il valore della sua opera. Definendosi una persona con un forte background tecnico, ha ribadito che, quando si ha a disposizione un budget considerevole, bisogna ottimizzare ogni investimento, puntando a risultati concreti.
La sua esperienza ventennale si è sviluppata tra Sampdoria, Juventus e Tottenham, con un evidente orgoglio nel rappresentare le proprie capacità di gestione in contesti di elevato livello.
le sconfitte più memorabili
Paratici ha rivissuto le finali perse: un ricordo che rimane forte nella memoria, più di quelli delle vittorie. Ricorda in modo particolare le sfide europee con la Juventus, le finali di Supercoppa con il Tottenham e quella di Coppa Italia con la Sampdoria, tutte esperienze che ancora oggi percepisce come “dolore fisico”.
Questi episodi rafforzano la consapevolezza che, nel calcio, siano più indelebili le sconfitte rispetto ai traguardi raggiunti.
Nel suo lungo ciclo alla Juventus, Paratici sottolinea come si siano mantenuti al vertice per nove anni consecutivi, con un risultato storico di circa 3500 giorni di leadership in classifica, risultato difficile da eguagliare.
approccio strategico del direttore sportivo e rapporto con gli allenatori
costruire una squadra come un’arte culinaria
Paratici descrive il ruolo del direttore sportivo come un mestiere che si avvicina ad un’arte culinaria. Se individuare un giocatore di qualità è facile, comporre un team coeso e funzionale richiede talento, analisi e capacità di unire le differenti componenti in un’unica strategia di successo.
Per quanto concerne il rapporto con gli allenatori, sostiene che debba essere basato su un totale ascolto e collaborazione. Il direttore deve sposare le idee dell’allenatore e fornirgli il supporto indispensabile, anche a costo di mettere da parte le proprie opinioni calcistiche.
Il suo modello di calcio attuale si ispira alle scelte di Thomas Frank, dimostrando una predisposizione all’ascolto e alla condivisione tra le parti.
il ruolo del dirigente nel supporto tecnico
Nel suo pensiero, i dirigenti devono supportare gli allenatori, facilitando le condizioni per performare al meglio. L’obiettivo principale è creare un ambiente favorevole alle strategia di gioco e alle performance in campo.
visioni su Juventus, Spalletti e Tudor
le riflessioni sull’attuale situazione della Juventus
Paratici ha evitato di approfondire le criticità recenti del club bianconero, concentrandosi invece sui problemi strutturali delle infrastrutture in Italia e sul brand internazionale di livello superiore rispetto all’esperienza nel nostro Paese.
Ha anche espresso grande dispiacere per l’addio di Tudor, con cui mantiene un forte legame personale e professionale. Ritiene che l’allenatore croato abbia meritato questa opportunità e si augura il meglio per il suo percorso.
Con affetto, ha anche elogiato Luciano Spalletti, considerandolo uno dei più grandi del settore e augurandogli successo in ogni contesto.
Le sue parole riflettono un rispetto profondo per le figure di spicco del calcio e una grande comprensione delle complesse dinamiche che coinvolgono club e allenatori.
Gli ospiti o membri coinvolti nel suo discorso includono:
- Igor Tudor
- Luciano Spalletti
