Montali stupito scelta di Elkann per la Juventus: "Un outsider
Questo testo sintetizza le dinamiche decisionali legate alla riorganizzazione della Juventus e alle posizioni espresse da Gian Paolo Montali, ex membro del consiglio di amministrazione. L’analisi evidenzia come il club abbia affrontato il passaggio a una leadership orientata al medio-lungo termine, ponendo al centro l’equilibrio tra criteri basati sui dati e la conoscenza approfondita dello spogliatoio, della cultura interna e delle dinamiche sportive.
comolli ai vertici della juventus: lo sguardo di montali
Montali racconta di una telefonata inaspettata da John Elkann, che lo convinse a impegnarsi in un progetto volto a modernizzare l’immagine e l’organizzazione del club dopo il periodo di profonda ristrutturazione. Secondo la sua narrazione, la scelta fu motivata dalla volontà di costruire un progetto a medio‑lungo termine e di restituire alla Juventus una guida capace di accompagnarne il cambiamento.
un confronto tra dati e persone
l’uso dei dati non deve sostituire la conoscenza della persona. Montali sostiene che, per vincere, è fondamentale conoscere non solo le statistiche ma anche come vive e si rapporta un giocatore, quale sia la sua attitudine e come si inserisca nel gruppo. La sua perplessità riguarda la scelta di affidarsi a una figura esterna proveniente da Toulouse, etichettando l’approccio come outsider rispetto ai custodi tradizionali della casa juventina.
l’analisi di montali sull’approccio esterno
La critica centrale riguarda la priorità attribuita ai dati rispetto al contributo umano, ritenuto indispensabile per una gestione che coinvolga le persone e non solo le metriche. Montali ricorda che la leadership juventina richiede una conoscenza approfondita di atteggiamenti, dinamiche di gruppo e riferimenti dei giocatori, elementi che non possono essere presi in considerazione solo attraverso analisi quantitative.
elkann e la gestione del club: riflessioni su cambiamenti e opportunità
Nell’orizzonte delle scelte di Elkann, il club viene visto come guidato da una figura che ha assunto un ruolo simile a quello di proprietario, affidando al contempo responsabilità delineate. La posizione di Blanc, nel passato, mirava a concentrare l’autorità; l’esito è stato diverso da quanto immaginato, con Elkann che ha mostrato una fiducia crescente nelle dinamiche interne. Da parte di Montali arriva anche un apprezzamento per la capacità di resistere alle pressioni esterne, come nel caso della rifiutata offerta da Tether per l’acquisizione della società. Allo stesso tempo, viene sottolineata l’esigenza di mantenere alta la motivazione e di alimentare un progetto che risulti coerente con le lezioni tratte dal periodo trascorso dopo Calciopoli.
Nel quadro descritto, emerge l’indicazione di un aprirsi a nuove impostazioni, pur preservando l’elemento fondamentale della conoscenza diretta del mondo juventino. La discussione ruota attorno alla necessità di bilanciare innovazione e identità, tra l’approccio orientato ai dati e l’esperienza maturata sul campo.
protagonisti citati:
- gian paolo montali
- john elkann
- damien comolli
- jean-claude blanc
- beppe marotta


